Dialogare
Ieri (e forse anche sabato scorso) a Cascine c'era il banchetto di Forza Italia con le bandiere a raccogliere le firme contro il Governo Prodi.
Mi sono fermato a fare quattro chiacchiere con la gentile e cordiale signora (Ferrario?) che stava smantellando il banchetto, verso mezzogiorno.
Prima notazione: a quanto mi diceva la signora hanno raggiunto una cinquantina di firme. Perbacco! Decisamente Cascine sta rivelando un'anima profondamente di destra, se confrontiamo le 50 firme di Forza Italia con i 26 votanti per le primarie del Partito Democratico. Certo, non stiamo analizzando i risultati di una consultazione ufficiale. Sappiamo bene che il risultato delle ultime consultazioni politiche era decisamente più equilibrato. Ma si tratta pur sempre di una indicazione interessante di cui anche noi, dal lato del PD, dovremmo tenere conto.
Seconda notazione: prima di andare a visitare il banchetto di FI ho incontrato un caro e giovane amico (under30) che ha commentato amaramente il mio desiderio di dialogo con "l'altra parte". Mi ha detto: "non è così che funzionano le cose. Non è con il dialogo con questa gente che si ottengono risultati. Purtroppo il nostro mondo funziona per contrapposizioni frontali". Non sono d'accordo. Il mondo è come ce lo facciamo noi, giorno per giorno. Se seminiamo bene, raccogliamo buoni frutti. Se seminiamo vento, raccogliamo tempesta. Non voglio rinunciare a poter sorridere anche a chi, di Forza Italia, si presenta in piazza come altre volte facciamo noi. Mi è sembrato simpatico andare a portare il mio saluto, così come mi sarebbe piaciuto che qualcuno della destra di Cascine fosse venuto a salutarci quando abbiamo fatto le primarie per il PD. Invece abbiamo trovato una chiave rotta nella serratura, che ci ha impedito l'utilizzo del centro Polifunzionale. E qualcuno si è lamentato per il fatto che, come ripiego, abbiamo dovuto usare lo studio d'arte contiguo. Chissà, forse la prossima volta ci sarà maggior simpatia.
Terza notazione, la signora di Forza Italia non era di Cascine. Ancora una volta la nostra frazione si distingue per una forte diffidenza nei confronti della politica organizzata. Ci sentiamo separati dal resto del tessuto politico cittadino, diffidenti, insoddisfatti. Partecipiamo alla vita politica solo perchè pensiamo che qualcuno debba pur farlo. Ma lo facciamo mantenendo le distanze, chiamandoci fuori. Non so se è un bene.
Sarebbe un bene se a questa diffidenza facesse seguito una vera forma di organizzazione politica locale. Se ci fossero riunioni, se la gente si ritrovasse a discutere i problemi locali, le proposte, le soluzioni. Invece ci si conta, senza confronto, solo in occasione delle consultazioni ufficiali o di partito, in occasione delle raccolte di firme. Per il resto tutto passa nella più torpida indifferenza.
Ultima notazione, il partito (Forza Italia) che era in piazza a raccogliere le firme, non esiste più. Il suo fondatore ne ha deciso la chiusura, in favore di una nuova formazione, il PDP (Parito Del Popolo delle Libertà). La sigla richiama molto quella del PD (Partito Democratico).
Voglia di confusione?
Berlusconi dice che si tratta di un partito che "nascerà dalla gente" e "farà a meno dei professionisti della politica". Domanda: come fa a nascere dal basso un partito che nasce dalla volontà del suo fondatore? E come può fare a meno dei professionisti della politica se nel suo DNA, nella sua ossatura, saranno certamente presenti tutti quei personaggi che hanno navigato tutti i mari della politica negli ultimi decenni? A partire dallo stesso Berlusconi, che è in politica da 13 anni. Per continuare con i Bondi, i Chicchitto, i La Loggia, i Vito e tutti gli altri. Parole, parole, parole....
In ogni caso, dal punto di vista puramente spettacolare, è bello vedere questo attempato uomo di spettacolo che non demorde, e non perde occasione per stupirci. Bisogna ammettere che fra lui e Bossi non ci si annoia mai.
Etichette: Berlusconi., Forza Italia
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