La mobilità, i verdi, il PD.
La nuova autostrada BreBeMi, che si appresta a devastare il nostro territorio, offre l'opportunità per una riflessione sulle nostre esigenze di mobilità. Tutti noi, donne e uomini di questo mondo moderno, siamo ormai abituati ad un concetto di mobilità illimitata. In realtà dovremmo forse dire che "eravamo abituati". Minacce a questa nostra recente abitudine vengono dalla congestione del traffico nei centri urbani, nelle strade di accesso alle città, delle autostrade, dalla impossibilità di parcheggiare, dalle zone a traffico limitato, dai blocchi del traffico quando l'inquinamento supera le soglie previste.
Eppure si sente il bisogno di aprire nuove strade.
Se solo provassimo ad utilizzare il cervello, capiremmo che aprire nuove strade di accesso alle città (la BreBeMi questo è) significa portare nuovo traffico verso le città. Offrire anche a chi non l'aveva, la possiblità di raggiungere "facilmente" il centro.
Ogni nuova strada aperta significa nuove opportunità di traffico. Significa, in definitiva, peggiorare la situazione già disastrosa in termini di inquinamento e di scarsa mobilità.
La Lombardia è già prossima al collasso sia per l'inquinamento che per la mobilità limitata dal traffico.
Se solo, ancora una volta, provassimo a ragionare, ci accorgeremmo che le strade da battere sono due:
- Diminuizione dell'inquinamento generato da ogni singolo veicolo.
- Diminuizione del traffico
Per il primo punto, diminuizione dell'inquinamento, si sta facendo poco, troppo poco. Sono già in circolazione
auto ibride, che in ambiente cittadino sarebbero una specie di panacea. Un veicolo ibrido, infatti, non inquina quando è fermo in coda. I motori elettrici, infatti, consumano solamente quando marciano. E il classico tragitto casa-ufficio-casa nel traffico è un tragitto in cui il nostro veicolo è quasi sempre fermo in coda. I veicolo tradizionali quando sono fermi in coda continuano a consumare e ad inquinare. Un veicolo ibrido, invece, utilizzando il motore elettrico, potrebbe consumare solo nel momento del movimento. I vantaggi sarebbero evidenti:
- Consumo ridotto drasticamente.
- Inquinamento dell'aria ridotto drasticamente.
- Inquinamento acustico ridotto drasticamente.
E allora c'è da chiedersi, come mai i nostri governi locali e centrali non spingono l'adozione di questi veicoli, sia a livello privato che di trasporto pubblico? La Toyota commercializza da tempo un veicolo ibrido, benzina-elettrico. Probabilmente costoso, certo. Ma con vantaggi enormi, soprattutto nei percorsi urbani. Come mai non viene incentivata la produzione e l'adozione di questi veicoli?
Per il secondo punto, la diminuizione del traffico, siamo invece all'anno zero. Forse ancora prima dell'anno zero. Non vedo alcuna iniziativa significativa in questa direzione.
Quali sarebbero le iniziative che vengono in mente all'uomo della strada, al cittadino qualunque come me?
Quelle tradizionali e mai veramente praticate, ossia l'incentivazione del trasporto pubblico a scapito del trasporto privato. Ad onor del vero qualcosa si sta facendo, soprattutto a parole. Il sindaco di Milano Moratti aveva lanciato l'idea di un ticket d'accesso alla città. Il quale, senza un precedente potenziamento dei mezzi pubblici, è aria fritta, è solo una pia dichiarazione d'intenti. Occorre prima che vengano potenziati tutti i mezzi pubblici di accesso alla città, le ferrovie, gli autobus, le metropolitane, i parcheggi di interscambio. Tutte strutture al limite del collasso.
Ma, soprattutto, occorrerebbe DIMINUIRE il traffico. Ossia studiare tutti i motivi che spingono la gente e le merci a muoversi, ed incidere su questi motivi.
Provo a spiegarmi con un esempio banale: io vado a lavorare ogni giorno da Cassano a Milano o a Monza. Perchè ho trovato una società di engineering a Milano, ed un cliente importante a Monza. Ci sono colleghi miei che ogni giorno raggiungono Monza da Pavia o da Arona, o da Fara Gera d'Adda. Questo succede perchè io e gli altri colleghi non abbiamo trovato un buon posto di lavoro vicino a casa.
Cosa dovrebbe fare, a mio parere, uno stato attivo e dinamico? Offrire ad aziende e lavoratori una agenzia, una banca dati che metta in comunicazione l'offerta e la richiesta di lavoro locale. Offrire, nel contempo, sgravi fiscali alle aziende che assumono lavoratori locali.
Probabilmente ci sono lavoratori che partono da Monza per venire a lavorare a Cassano d'Adda, a Pavia o ad Arona. Facendo il nostro percorso inverso.
Se ci fosse un'agenzia che segnalasse a tutti noi le opportunità di lavoro vicino a casa, tutti noi pendolari di lungo corso potremmo evitare lunghi spostamenti, che sono fonte di traffico e quindi di inquinamento. Oltre ad essere una colossale perdita di tempo per tutti noi.
Il percorso Cassano d'Adda - Monza, ad esempio, in condizioni di traffico normale richiede circa 1h30. Il che significa 3h al giorno buttate via senza motivo.
Lo so, l'idea di una "agenzia" richiama subito alla mente investimenti colossali, consigli di amministrazione esagerati, spese subito e vantaggi mai.
La politica dovrebbe finalmente dare buona prova di se e partorire qualcosa di snello ed efficiente, e non un'ulteriore occasione per lo sperpero del nostro denaro. Basterebbero due semplici cose:
- Un database nazionale che registrasse da un lato le richieste di figure professionali da parte delle aziende, dall'altro le offerte di professionalità da parte dei lavoratori. E che consentisse ad aziende e lavoratori di trovarsi in modo più facile e snello.
- Una legge che stabilisse degli incentivi fiscali o normativi per le aziende che assumono personale locale.
Difficile? No, basta volerlo.
Discorso analogo, ma forse più complicato, per le merci. Sappiamo benissimo che le nostre autostrade sono intasate di camion che trasportano le merci di qua e di la lungo tutta la penisola. L'esempio più banale che mi viene in mente è l'acqua S.Pellegrino che viaggia dalle valli Bergamasche giù fino a Sud, incrociando l'acqua Ferrarelle che viaggia dal Sud verso Nord. Possibile mai che non si riesca a bere l'acqua S.Pellegrino al nord e la Ferrarelle al Sud?
Ma gli esempi potrebbero essere migliaia. Pezzi di ferro prodotti al nord, mandati a verniciare al sud, e poi trasportati nuovamente al nord.
Anche qui, e mi rendo conto che sarebbe meno facile, un'agenzia che catalogasse e rendesse disponibili tutti i trattamenti industriali a livello locale, in modo da agevolare la scelta di lavorazioni locali, a trasporto ridotto.
La chiave di tutto questo sarebbe la proposta, e non l'imposizione. A parer mio sarebbe assurdo imporre l'uso di lavorazioni locali, o l'assunzione di personale locale. Dovrebbe diventare invece un'occasione, per tutti per un risparmio sia finanziario che di risorse ambientali.
Le agenzie di cui parlo dovrebbero semplicemente mettere le informazioni a disposizione di chi vuole utilizzarle. E le leggi dovrebbero semplicemente agevolare questi comportamenti virtuosi.
Chi dovrebbe farsi portatore di queste istanze?
Mi aspetto che i verdi dovrebbero essere i primi motori di questa piccola ma importante rivoluzione.
Mi aspetto che il partito democratico dovrebbe recepire queste istanze, inglobando al suo interno quello che è un interesse di tutti.
E' chiedere troppo?
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