PD, Antipolitica, Qualunquismo e Grillo
Ieri sera ho partecipato ad una riunione dei nascente Partito Democratico. E' stato molto bello percepire nelle parole dei miei compagni di strada due diverse sensazioni. Da un lato la voglia di non disperdere un ricco patrimonio pluridecennale di esperienze politiche, di disponibilità, di voglia di incidere positivamente nella realtà locale e nazionale. Dall'altro lato il desiderio di trovare nuovi modi per realizzare questa presenza, per coinvolgere soprattutto coloro che si sentono profondamente delusi dalla politica degli anni passati.
E qui purtroppo mi è toccato ancora una volta di sentire i soliti discorsi sull'antipolitica che spesso saltano fuori nelle riunioni di chi negli anni passati la politica l'ha vissuta dall'interno con grande passione.
Si è detto "la grande, imprevista partecipazione alle elezioni primarie del PD del 14 ottobre ha evidenziato che, nonostante le spinte contrarie di Beppe Grillo e della antipolitica, la gente ha dimostrato una grande voglia di partecipazione e di cambiamento. E questo cambiamento lo chiede al PD".
Secondo me questa analisi è frettolosa, superficiale ed autoconsolatoria. Io non vedo alcuna divaricazione fra il desiderio di partecipazione e l'attenzione alle vorticose esternazioni di Grillo. In entrambi i casi si tratta di voglia di partecipazione, in entrambi i casi si tratta di un segnale di stanchezza rispetto alle vecchie modalità di far politica che hanno trascinato questo paese in un baratro dal quale non sarà facile emergere.
La gente che presta attenzione alle parole di Grillo non è, e non vuole essere, ANTIPOLITICA. Al contrario, si tratta di persone che hanno molta attenzione per la politica nel suo senso più alto, nel senso di onesta gestione delle nostre vite e del nostro futuro. Si tratta per lo più di persone che non ne possono più di corruzione, di malgoverno sotto tutte le bandiere, di una nazione in cui, rispetto a tutte le altre nazioni europee, tutto è più difficile, tutto costa di più, i salari sono più bassi, le prospettive sono peggiori.
Non dimentichiamo che in Italia non è esistito solo Berlusconi, e non è che abbia sempre governato lui negli ultimi 20 anni. Hanno governato, a livello nazionale ed anche a livello locale, anche molti degli uomini politici che adesso si propongono come rappresentanti del nuovo PD. Se oggi il nostro paese è la cenerentola della Comunità Europea, se siamo nella situazione in cui siamo, non è certo colpa del solo Berlusconi. Magari fosse tutta colpa sua! Questo vorrebbe dire che via basterebbe mandare via lui per risolvere i problemi!. Invece, e lo possiamo vedere ogni giorno, i problemi ci sono (eccome!) anche quando lui è fuori dalla stanza dei bottoni.
L'ANTIPOLITICA secondo me esiste. Così come esiste il qualunquismo. Ma non dove vorrebbero vederlo alcuni miei compagni di strada. Non nelle arruffate farneticazioni di Grillo, non nelle molte persone che ascoltano le sue parole. L'antipolitica ed il qualunquismo nascono nei comportamenti dei molti uomini politici di ogni colore, che hanno, nei decenni, affossato il nostro paese. Sono loro, l'antipolica! Sono loro i "qualunquisti". Perchè si comportano come "uomini politici qualunque", utilizzando sempre gli stessi metodi paramafiosi, facendo sempre di tutto per perpetrare il loro potere, a qualsiasi costo, anche a costo di distruggere il nostro paese.
E' un tragico errore di prospettiva accusare di qualunquismo Grillo ed i suoi simpatizzanti. E' un errore che a me fa paura. Grillo si limita ad urlare che "il Re è nudo". Si limita a dire che molti dei nostri uomini politici di ogni colore (di ogni colore!) sono più interessati al loro personale potere che non alle sorti del loro paese. Che così facendo annullano le differenze fra destra e sinistra, e diventano uomini politici QUALUNQUE.
Confesso che mi preoccupa molto sentir criticare, anche là dove dovrebbe nascere "il nuovo", non tanto il re nudo, quanto chi denuncia la sua nudità.
Detto questo, vale la pena di sottolineare che non considero Grillo un guru o un particolare riferimento politico. E' certamente una persona attenta alla realtà italiana e dotata di una grande capacità comunicativa. E, come tutti noi, sbaglia e dice cavolate. Ma il suo lavoro non è quello di riorganizzare la vita politica italiana, non è quello di creare nuove forze politiche. Il suo lavoro di comico "politicamente impegnato" è quello di mostrare a tutti le incongruenze del sistema. E secondo me ci riesce benissmo. Il nostro lavoro di politici dovrebbe essere quello di offrire a gente come Grillo sempre meno spunti per i suoi interventi.
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