7 agosto 2008

Cultura Condivisa

Da qualche tempo mi frulla in mente un'idea assurda.
Mi piacerebbe mettere in piedi una specie di sito web, qualcosa come la wikipedia, che affronti certi argomenti in modo plurale.
Facciamo un esempio: la tragedia di Ustica. AL momento l'ipotesi più citata è quella del missile sfuggito. La "pallottola vagante" che, nel corso di una mai confermata battaglia aerea fra non meglio identificate forze occidentali ed un mig libico in fuga, potrebbe aver involontariamente colpito il DC-9 Itavia.
Un'altra ipotesi, meno considerata ma strenuamente difesa da Paolo Guzzanti e in genere dalla destra, è quella della bomba nella stiva.
Come si vede, esistono almeno due ipotesi, entrambe sufragate da scritti, relazioni, interpretazioni, illazioni e quant'altro.
Come per la strage di Ustica, per mille dei misteri italiani si verifica la stessa situazione di ambiguità.
La mia idea è quella di dar voce, per ogni questione dibattuta, alle varie posizioni. Raccogliere in un sito web le considerazioni, i documenti (ove disponibili), i link a siti web che trattino l'argomento.
Lavoro incredibile che non può essere fatto da una persona sola.
Interessa a qualcuno questa avventura? Possiamo parlarne?
Attendo osservazioni, consigli, commenti.

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5 Commenti:

Alle 7 agosto 2008 22.12 , Anonymous Anonimo ha detto...

devi essere più leggero,accattivante,scrivi bene ma sei un pò palloso...

 
Alle 8 agosto 2008 9.20 , Blogger Salvatore Randazzo ha detto...

Grazie per il consiglio.
Sono d'accordo, ma fatico a correggermi.
Ma chi sei?
Salvo

 
Alle 3 ottobre 2008 18.34 , Anonymous enrico brogneri ha detto...

La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha emesso in data 15.12.2005 la decisione sui presunti depistaggi. Il dispositivo della sentenza http://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/motiviappello.pdf
ha però un contenuto diverso e più ampio di quello che è stato fatto conoscere ai giornalisti: http://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/dispositivo.pdf
Se non è un falso, come può essere qualificato l’episodio?
Possibile che nessuno l’abbia notato? Io sono sospettoso e ne chiarisco i motivi nel mio sito
http://www.studiolegalebrogneri.it

 
Alle 17 gennaio 2009 18.45 , Anonymous enrico brogneri ha detto...

A suo tempo ho avuto modo di raccontare la storia del disastro di Ustica in un primo testo intitolato AI MARGINI DI USTICA e, all’esito del processo sui presunti depistaggi a carico dei generali, in un secondo libro con titolo AI MARGINI DI USTICA 2 – IN TUTTA OMERTA’.
Successivamente, nel dibattere specifici argomenti sul tema con occasionali frequentatori di blog, ho compreso che per una seria trattazione del caso non può prescindersi da un minimo di conoscenza dei fatti.
Pertanto, intendendo sollecitare l’attenzione dei lettori su alcuni aspetti che ad oggi non hanno trovato giusto rilievo nei media e favorire in tal modo l’apertura di una discussione più accattivante, riporto alcuni passaggi – tratti dai predetti testi - che possono comunque generare delle riflessioni.


Dal libro “AI MARGINI DI USTICA”
Capitolo X
Una sesta ipotesi
… Egli non conosceva i particolari né le varie fasi del mio nuovo e diverso orientamento sulla questione del Mig libico. Gli raccontai tutto dall'inizio e lo pregai di essere cauto e riservato. Soprattutto gli rimarcai che io stesso nutrivo perplessità, anche sulle mie stesse opinioni, che consideravo semplici ipotesi e nient'altro.
- Perché tanto interesse dei tedeschi? Gli domandai incuriosito.
Gumpel sospirò malinconico e mi guardò con aria sorpresa.
- Ma come! ... Ramstein (49) è stata una grande tragedia nazionale. Noi siamo tutti convinti che c'è uno stretto legame tra la nostra vicenda e Ustica. -
- A che punto sono le indagini?
Il giornalista si strinse nelle spalle:
- Purtroppo, abbiamo grosse difficoltà nell'inchiesta. -
- Non mi dica che i vostri magistrati stanno prestando credito all'ipotesi della collisione in volo! E' così evidente che non ce n'è stata! E poi ... sono state identificate quelle due persone su quel terrazzo? -
- E' proprio questo il punto. La nostra magistratura nutre forti sospetti su quelle due presenze che, ad oggi, non è stato possibile identificare e rintracciare.
- Comunque, è stato un attentato. Di questo sono convinto. - Obiettai - Naldini e Nutarelli non dovevano parlare col giudice, e qualcuno ha deciso di tappar loro la bocca, per sempre. -
M'aspettavo, a questo punto, che Gumpel volesse approfondire l'argomento. E invece:
- Può chiarirmi la storia del Mig? - Mi domandò mentre con l'indice sottolineava, nella lettera del 2.3.1994 che avevo inviato a Claudio Gatti, l'ipotesi della possibile sostituzione del Mirage (o del Kfir) col Mig.
- Questa mi sembra più che probabile. - Gli risposi - Ho già chiarito la questione a Priore: io non ho visto il Mig libico, ma sicuramente un aereo militare con ali a delta che non può essersi volatilizzato. Forse era un Mirage o forse era un Kfir. Questo è tutto da chiarire. -
- E Gheddafi, dunque, c'entra o no? - Domandò il giornalista.
- Io dico solo che, nel corso delle indagini su Ustica, ci si è imbattuti in un caccia libico. Ma questo non significa necessariamente che quella libica sia la pista giusta. -
- In questa lettera a Gatti, lei ipotizza che in Sila i servizi possano aver fatto il "gioco delle tre carte".-
Vede, io sono convinto che là a Castelsilano non sia caduto nessun Mig. Quello che è stato rinvenuto è solo l'aereo che s'è voluto far trovare per nascondere una ben diversa realtà.
Qual è? - Incalzò Gumpel.
- Quella, per esempio, che avrebbe fatto figurare altre nazioni tra le principali protagoniste della battaglia aerea. E in tal caso, se ho ben visto, la Libia avrebbe avuto un ruolo del tutto marginale; il suo sarebbe stato nient'altro che una comparsata posticcia, finalizzata a far sì che, nel tempo, ove non fosse stato possibile il definitivo insabbiamento, vi fosse almeno la possibilità di puntare sul male minore: la pista libica appunto. - "
Gumpel, incredulo, guardò negli occhi i suoi collaboratori, ai quali, di tanto in tanto, riportava nella loro lingua i punti salienti del nostro colloquio. Poi, con un cenno delle mani, m'invitò a continuare. …


Dal libro “AI MARGINI DI USTICA 2 – In tutta omertà”
LIBERTA’ DI STAMPA
“… Mannucci tradiva nel corso del dialogo una certa preoccupazione, e la questione mi procurava dispiacere. Non volevo creargli problemi con l’editore, e tuttavia mal sopportavo di essere stato gabbato. Quella sua proposta di rettifica, mediante pubblicazione di un trafiletto, non mi pareva in ogni caso adatta a rimettere le cose al loro posto. La rifiutai con decisione.
- Assolutamente no. - Risposi - Le sembra la stessa cosa? Chi mai andrà a leggerla così relegata in quello spazio? E sul resto? -
- Cosa c’è di più? - Domandò Mannucci.
- Non è il momento di approfondire, ma non le pare che anche il contenuto lasci a desiderare? -
- Cos’è che non va?! Ho riportato il suo pensiero in sintesi –
- Lei non si rende conto che già lo stesso titolo “credevo di aver visto l’aereo libico ma si trattava di un Mirage francese” fa intravedere una mia grave incertezza? –
Mannucci fu costretto a improvvisare una diversa interpretazione, ma non riuscì a convincermi.
- Lei, avvocato, è accecato dalla passione per Ustica, e questo le fa onore. Nondimeno, io credo che lei stia vedendo il diavolo là dove non c’è peccato -
- Resto della mia convinzione. Il suo obiettivo era di attaccare i magistrati evidenziando alcune loro manchevolezze sulla tipologia del mio aereo - Gli contestai.
- Non vedo nessuna discordanza sostanziale. Ho in fondo sintetizzato il suo pensiero e glielo dimostro. Lei dice… ecco: “Non posso accusare di malafede i giudici”-
- Visto? Non c’è proprio nel suo articolo. Non è stato riportato di proposito – Dissi imbronciato.
Mannucci balbettò parole senza senso e, per l’imbarazzo, pareva proprio volesse imprecare contro qualcuno. Sembrò alla fine convincersi che qualcosa non era andato per il verso giusto e cedette accettando la mia nuova proposta di scrivere un secondo articolo in tempi brevi e prima della seconda udienza dibattimentale fissata per il 16 ottobre. Anche sotto tale profilo, però, rimase inadempiente, costringendomi a una azione giudiziale avanti al Tribunale di Roma.
- Non me lo aspettavo! – Esclamò a telefono - Lei può avere ragione sul fatto della mancata pubblicazione del secondo articolo, ma la verità è che, per una emergenza, non ho avuto la possibilità di presenziare alla seconda udienza del processo. E io in ogni caso non avevo capito che quello suo era un termine ultimativo -
- Non è colpa mia però. Credevo di essere stato chiaro – Gli risposi.
- Quel che mi ferisce nella sua citazione, – soggiunse Mannucci - è che lei metta in dubbio la mia professionalità alludendo al fatto che io avrei servito quei soggetti interessati a occultare la verità su Ustica perché potenti o perché insediati nel mondo politico ed editoriale -
- Ho leso la sua dignità professionale? Bene, il suo avvocato saprà come chiedere i danni - …”
TRADIMENTO
“… Tonino commentò l’episodio con graffiante comprensione.
- E’ tutta gente che può vantare amicizie altolocate, contro le quali puoi far poco. E se pensi di poter essere tu a mettere in luce i misfatti di Ustica, devo convincermi che sei proprio ingenuo -
Non seppi dargli torto.
- Vabbé! - Buttai riesumando Scaloni - Ma non puoi negarmi il diritto di reagire se qualcuno m’accusa in mala fede di essere un assassino. Le offese sono lì, sono parole pesanti, amplificate dai microfoni e riprese da internet, ti rendi conto del contesto? -
- E che vuoi farci! - Esclamò Tonino - Dopo tutto potrebbe essere stato davvero un lapsus, no? -
- Un lapsus? E perché non ha chiarito!? Ha avuto tanto tempo per scusarsi! E invece, sai che ha fatto? Ha finto. Ha sostenuto di aver sottoposto ai giudici alcune domande di cancellazione delle espressioni offensive, e si è poi scoperto che si trattava di vere e proprie simulazioni, di istanze “ballerine” che potevano saltare da un procedimento a un altro per poi scomparire all’occorrenza. I suoi difensori hanno sostenuto che io avrei dovuto mettere la sordina all’episodio, e sai perché? Perché, dal loro punto di vista, il loro assistito non poteva e non doveva fare una brutta figura. Lui, il principe del Foro anconetano, il fondatore della Camera penale di Ancona, lui non poteva scoprirsi. La gente, i suoi clienti non dovevano sapere che, per imprecisati condizionamenti, non aveva onorato il processo di Ustica. Nessuno aveva il diritto di sapere -
Tonino prese fiato e insistette sulle sue apprensioni:
- Sono fatti gravi senza dubbio. Il pericolo è però in questo, nel potenziale allarme che suscitano certe riflessioni. Tu non puoi parlare di condizionamenti senza uno straccio di prova. Ti rendi conto dei rischi? - Osservò.
- Sono stati loro e non io, sono stati proprio i difensori di Scaloni a coinvolgere i magistrati della Procura di Roma. Vuoi sapere cosa hanno scritto a discolpa del loro rappresentato? Hanno detto che il loro cliente aveva dovuto aggiornarsi in tutta fretta sull’episodio del Mig perché solo pochi giorni prima dell’arringa qualcuno dalla Procura gli aveva fatto sapere di dover trattare anche la questione della possibile connessione con la caduta del DC9. Chiaro? Accantoniamo pure la prospettata incredibile interferenza della Procura, ma milioni di pagine, inevitabilmente correlate alla storia di una battaglia aerea, con un presunto Mig libico onnipresente, un Mig che lasci a Castelsilano e te lo ritrovi a Pratica di Mare dopo che era stato restituito alla Libia di Gheddafi, un Mig che appare e scompare come le ballerine di Scaloni, una mole, dico, così imponente di pagine può essere digerita in pochi giorni? -
Tonino a questo punto si mostrò sconcertato.
- E tu credi possa bastare per ipotizzare…? - Domandò
- Non ho elementi decisivi per sospettare grandi manovre. Ma a volte le verità fanno capolino proprio dietro i lapsus e, dopo quello di Scaloni, di lapsus ce ne sono stati altri - Esclamai rigirandomi tra le mani il libro che era stato da poco pubblicato dagli Editori Riuniti.
Tonino si incuriosì.
- Un altro libro su Ustica?! -
- Un altro libro, sì. E sai chi sono gli autori? Sono Erminio Amelio e Alessandro Benedetti, rispettivamente Pubblico Ministero e avvocato di parte civile nel processo Ustica, un libro scritto a quattro mani. E su questo, lasciamo perdere. Ci sono dei passaggi strani però -
Tonino non poteva ancora raccapezzarsi.
- “ IH870 - Il volo spezzato” - Scandì lentamente.
- Già, “Il volo spezzato”. Non riuscivo a trovarlo in libreria. Internet l’aveva pubblicizzato col diverso titolo di “ Ustica - Diario dal processo”. Ho fatto varie telefonate a Roma, all’avvocato Benedetti e, per ultimo, allo stesso editore. Ho saputo alla fine che era stato ristampato col titolo attuale, e hanno fatto bene visto che è stato scritto mentre si celebrava il processo -
- Non potevano farlo? -
- Non lo so. - Risposi - Pensa a quel che è successo alla Forleo e a De Magistris. Lasciamo perdere Benedetti, ma per i magistrati ci sono dei limiti fondati sull’opportunità di non diffondere dichiarazioni sui processi loro affidati -
- E che hanno scritto di tanto grave? -
- Leggi qua! - Gli dissi aprendo il testo a…”
Saluti.
Enrico Brogneri ( www.studiolegalebrogneri.it )

 
Alle 17 gennaio 2009 21.21 , Blogger Salvatore Randazzo ha detto...

Grazie Brogneri per il suo contributo. Non so come abbia trovato questo blog. Mi piacerebbe curarlo con più attenzione. Grazie comunque.

 

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