20 febbraio 2009

Non succede niente di strano

Parlando con i miei amici, leggendo gli interventi sui forum, mi ha colpito il diffuso riferimento alla depressione e/o incazzatura. Anche io mi lascio spesso prendere da questo senso di impossibilità a cambiare. Ne parlavo proprio ieri sera in chat con
una amica polacca, alla quale tentavo di descrivere, nel mio povero
inglese, la penosa situazione italiana.
Poi però mi è venuto (farei meglio a dire mi è tornato) in mente un
vecchio pensiero.
La nostra è una generazione disillusa. Parlo della generazione dei 50enni
di oggi, io ne ho 55.
Disillusa perchè siamo passati, chi più chi meno, attraverso le grandi
speranze degli anni 60/70.
Ma una disillusione prevede che ci sia stata una precedente illusione.
Questo è, ci siamo illusi.
Alle nostre spalle c'era un mondo che nei secoli passati aveva
attraversato continui cicli di guerre devastanti, paci instabili,
sopraffazioni, ingiustizie, e via cercando nel vocabolario.
Ci siamo illusi che fosse possibile mettere fine a questo eterno
succedersi di violenze ed ingiustizie.
Abbiamo avuto una infantile fiducia nella "ricetta giusta", ed anche un
po' magica. Io da piccolo ero convinto che esistessero le ricette giuste,
le magie. Che bastasse capire "come si fa". Un po' come nella tecnica,
come cambiare la guarnizione di un rubinetto o il fusibile di casa (allora
non c'erano i salvavita). Pensavo che bastasse capire come si fa.
Lo stesso con la politica. Ci illudevamo di aver capito "come si fa". E
quel che non avevamo ancora capito, eravamo convinti che l'immaginazione
al potere ci avrebbe permesso di capirlo dopo.
Non era così, e dopo l'illusione è arrivata una disillusione dalla quale
non riusciamo ancora a saltare fuori.
Ma è semplice. Il mondo è quello di sempre, con violenze e sopraffazioni.
Con guerre e sfruttamenti.
E noi non dobbiamo mai abbassare la guardia, mai smettere di lottare. Con
la coscienza che non vinceremo mai.
Che questo non diventerà mai "un paese normale", perchè ogni paese ha le
sue caratteristiche. Gli svedesi sono svedesi, e noi siamo italiani.
Ma questo non significa smettere di tentare di portare un po' di Svezia da
noi (posto che la Svezia possa essere un buon riferimento). Perchè, come
nel tiro alla fune, appena molli un attimo, vincono gli altri.
Quelli che rendono il nostro paese ancora più invivibile.
E allora, per saltare fuori dai malumori e dalle incazzature, occorrerebbe
pensare che non sta succedendo in fondo niente di strano. I bastardi si
comportano giustamente da bastardi, seguendo la loro natura. E i leghisti
da leghisti. E i Maroni da Maroni. A noi, a chi non si sente nè bastardo
(beh, non troppo per lo meno), nè leghista e neanche Maroni, capita in
sorte di tirare la corda dall'altro lato, e di non mollare, per non
lasciar vincere gli altri.
Forza gente, non è il caso di abbattersi, in un'ottica temporalmente meno
limitata, non sta succedendo niente di diverso dal solito.

2 Commenti:

Alle 22 febbraio 2009 20.13 , Anonymous Luisa ha detto...

Caro Salvo grazie per le tue riflessioni - mi hai aiutato ad uscire da un circolo vizioso di pensieri nefasti che non portano a nulla se non a farsi del male.
Il problema, secondo me, è questa continua rincorsa di non si sa poi cosa (l'importante è correre) senza fermarsi a riflettere.
Se imparassimo dalla natura, forse, non ci faremmo del male ma soprattutto non metteremmo in croce le persone vicine.
Ebbene si, l'Italia è per me il paese migliore e pazienza se gli italiani non sono proprio come li vorrei.
Pur con tutti i problemi che ci sono non vorrei vivere in un altro posto; e gli amici? Come farei a vivere senza di loro, che si preoccupano se non mi sentono?

 
Alle 21 aprile 2009 22.39 , Anonymous Anonimo ha detto...

grazie salvo..le tue riflessioni sono sempre puntuali, pungenti e toccanti..e condivido pienamente..mi attacco alla corda e non mollo..sabry

 

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