25 aprile
Ho sentito tante parole sul 25 aprile. Discorsi complicati, che fatico a seguire.
A me pare che si voglia complicare un discorso semplice.
Mussolini si era alleato con Hitler, e ne condivideva le idee totalitarie e razziste.
Gli italiani per lo più hanno seguito Mussolini, come le pecore seguono il pastore.
Poi la guerra ha aiutato la maggior parte degli italiani a capire in che orrore erano caduti.
Nel 43 l'armistizio ha dato agli italiani l'occasione per cercare di rimediare al disastro.
Qualcuno si è limitato a tornare a casa o a leccarsi le ferite.
Qualcuno ha deciso di rischiare la propria vita per dare una mano a cacciare i tedeschi.
Qualcuno ha deciso di restare fedele alle proprie idee e di lottare ancora al fianco dei tedeschi.
Sono scelte che ognuno fa, e delle quali si assume la responsabilità.
Il 25 aprile la maggior parte delle città italiane furono liberate dall'occupazione nazista. La resa incondizionata dell'esercito tedesco fu il 29 aprile.
Dall'8 settembre '43 al 25 aprile '45 si fronteggiarono, in Italia, due fazioni. Da un lato i nazisti sostenuti dai fascisti della Repubblica Sociale Italiana. Dall'altro lato gli eserciti alleati con l'appoggio interno dei partigiani di ogni colore.
Chi stava con i nazisti ne condivideva gli ideali, la politica, la cultura. E si assumeva indirettamente la responsabilità di tutti gli orrori.
Dall'altro lato c'erano quelli che si erano svegliati da un sonno durato vent'anni, o che erano antifascisti da sempre. Che, contrariamente agli altri, credevano nei valori di democrazia e libertà.
Il 25 aprile vinsero gli uni contro gli altri. Non possiamo far finta che non sia successo. Il 25 aprile non può diventare la giornata "di tutti". C'era una grande differenza fra le due parti. Non è che si uccidessero l'un l'altro per caso, per errore, per distrazione.
Chi stava dalla parte di Mussolini e Hitler difendeva quel mondo, quell'esperienza, quel ventennio. Difendeva la dittatura, l'assenza di libertà politica, la persecuzione o l'uccisione degli oppositori, la persecuzione ed il massacro degli ebrei.
Non era per caso che si sceglieva una parte o l'altra.
Certo, qualcuno era molto giovane, e da entrambi i lati non aveva le idee molto chiare. Ma gli altri, la gran parte, sapevano benissimo quel che facevano. Da una parte e dall'altra.
Oggi non si può far finta di dimenticare, e rivendicare il 25 aprile come una festa collettiva, di tutti gli italiani.
No.
Il 25 aprile è la vittoria di chi credeva nella libertà contro chi credeva nella dittatura.
Il 25 aprile è la commemorazione di chi, in questa battaglia, ha perso la vita combattendo contro la dittatura, contro il nazismo ed il fascismo.
Non si può, non oggi, celebrare indistintamente tutti i morti di quel periodo. Non si può, per comodità politica, dimenticare il vero significato di quel giorno.
Chi ritiene che quel giorno sia stato un giorno funesto, un giorno da dimenticare, chi ancora oggi si richiama alla cultura che quel giorno fu definitivamente sconfitta, dovrebbe avere il pudore di non partecipare a queste commemorazioni.
Oggi a Cassano d'Adda è stato festeggiato il 25 aprile, come ogni anno.
C'è stato un bellissimo discorso di Giancarlo Villa, presidente della locale sezione dell'ANPI.
Ha poi preso la parola il sindaco Edoardo Sala. Ma non saprei dire cos'ha detto. Leggeva sottovoce e senza partecipazione parole che si perdevano nel vento senza lasciare traccia. Ho solo notato che, in modo del tutto incongruo, è riuscito ad inserire nelle sue parole il nome del Presidente del Consiglio, noto estimatore della resistenza. Chissà a che titolo. Chissà perchè.
C'era l'assessore alla cultura Albano. Si. Quello stesso Albano di Alleanza Nazionale, che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie fasciste. Che poche ore prima, su Facebook, scriveva: "Penso che se togli il 25 aprile alla sinistra non rimane loro nient'altro. Ecco perchè tutti gli anni ne fanno un caso."
Confonde la resistenza con la sinistra. Dimenticando che nella lotta contro i "suoi" fascisti c'erano cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici. Era li, l'assessore alla cultura Albano, un po' defilato. A "celebrare" anche lui non si sa cosa, visto che le sue dichiarate simpatie sono sempre state per la parte che ha perso. Lo si vede nella foto, un po' in ombra, occhiali neri, camicia scura (nera?), fra il vicesindaco Conforti e l'assessore Lomini. Sembra davvero uno che si chiede "Ma che ci sto a fare qui?". Ce lo chiediamo anche noi, Assessore, ce lo chiediamo anche noi.
Ultima notazione: c'era tanta gente, anche giovani. C'era la banda. Ma come mai, dico, come mai la banda ha suonato una marea di inutili marcette e non ha suonato le canzoni della resistenza? Era o non era il 25 aprile? Mah! Miracoli che succedono quando la destra, il 25 aprile, commemora non si sa cosa.
Etichette: 25 aprile, assessore Albano, destra, resistenza
0 Commenti:
Posta un commento
Link a questo post:
Crea un link
<< Home page