Le novità di Cascine
La Gazzetta dell'Adda di oggi pubblica alcune interessanti novità che riguardano Cascine.
La prima, che riguarda la possibilità di avere i farmaci direttamente a Cascine, mi pare buona.
Certo, per ora è una offerta limitata. Due giorni alla settimana (mercoledì e venerdì), con fasce orarie molto ristrette. Richiesta dalle 14.30 alle 14:50, consegna alle 15:30.
Offerta limitata, ma interessante. Occorre che venga molto pubblicizzata, in modo che gli abitanti possano approfittare di questa offerta e si possa pensare ad un potenziamento. Complimenti all'assessore Conforti per questa iniziativa.
Meno complimenti per il discorso del centro giovanile. Si, certo, i Padri Somaschi potrebbero prendersi cura del centro giovanile. Se così fosse, potrebbe essere una soluzione plausibile. Però non capisco molto che differenza ci sarebbe rispetto all'oratorio. Si tratterebbe in entrambi i casi di un approccio cattolico alla cura della gioventù. Ottima soluzione, per carità. Ma mi chiedo allora il perchè di questo raddoppio. Non tutti i ragazzi si sentono attratti dalle strutture cattoliche. Alcuni giovani per semplice disinteresse. Altri, soprattutto se di origine straniera e di religione diversa, potrebbero avere delle comprensibili resistenze religiose.
Sarebbe forse meglio un approccio bifronte. L'oratorio, per i giovani che si riconoscono nella religione cattolica. Ed un centro laico (come il precedente!) per tutti quei giovani che nella cultura cattolica non si riconoscono.
Ancora non ho capito perchè abbiano deciso di chiudere quello che c'era. Sulla Gazzetta leggo "Abbiamo riscontrato moltissimi (!) problemi - aveva detto l'assessore ai servizi sociali Ambrogio Conforti - tra i quali la presenza continua di ragazzi che venivano da fuori paese e che avevano anche 24 o 25 anni. Una situazione che non aveva nessuna valenza educativa, anzi... Per questo abbiamo deciso di chiudere".
Come dire che se, ad esempio, un ospedale pubblico non funziona, invece di cercare di farlo funzionare, si decide di chiuderlo per farlo poi riaprire da una clinica privata.
Altre voci girano in paese. Pare che i ragazzi ospiti del centro fossero spesso troppo vivaci, alcuni decisamente maleducati, circostanza del tutto plausibile. Viviamo una realtà di "periferia", quasi da dormitorio. Il che può facilmente generare comportamenti giovanili marginali. Proprio per questo era importante che il centro giovanile venisse potenziato, invece che chiuso.
Se c'è un problema, soprattutto se questo problema riguarda i nostri giovani, si dovrebbero mettere in campo tutte le possibili energie per cercare di mitigare questo problema.
Invece il centro è chiuso da mesi, non ricordo da quando. E si è quindi perso il contatto con i ragazzi che si trovavano li.
Quando verranno i Padri Somaschi? E, soprattutto, sapranno ristabilire il contatto con i giovani che sono stati abbandonati a se stessi? E, ancora, siamo sicuri che tutti questi giovani avranno voglia di passare il pomeriggio "con i preti"?.
Immagino che l'assessore Conforti si sia posto queste domande, prima di chiudere il centro giovanile, e prima di ipotizzare di affidare la riapertura del centro ai Padri Somaschi.
Rimane un ultimo pensiero. I giovani più turbolenti, quelli meno integrati, sono certamente quelli di famiglia "non indigena". Immigrati recenti, da altri continenti, o magari semplicemente da altre aree della nazione. Piaccia o no, sono abitanti di Cascine. Sono "nostri giovani". E meritano le stesse attenzioni che vengono solitamente riservate ai giovani originari della parte storica di Cascine. Immagino che il centro giovani servisse più che altro questo tipo di utenza. Si è deciso di chiuderlo, di lasciare per strada questi giovani che già vivono il disagio della immigrazione. Adesso si decide di offrir loro le cure dei Padri Somaschi, che non so quando compatibili possano essere con la loro cultura di origine. Ho il sospetto che l'operazione possa incontrare quanto meno delle difficoltà.
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